Gli artisti
Alessandra Carloni / Alessio-B / Anna Conda / Any / Axe / Bolo / Boogie EAD / Gabriele Bonato / Capobianco / Daco / David Karsenty / Doa Oa / Evyrein / JDL / Joys / Julia Benz / La Crémerie / Medianeras / Mrfijodor / Nerone / Nina Valkhoff / Nuriatoll / Orion / Paolo Psiko / Peeta / Ra.Men / Roulè / Shife / Spok / Tony Gallo / Yama / Zero Mentale

ALESSANDRA CARLONI
Alessandra Carloni, nasce a Roma nel 1984, dove vive e lavora.
Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2008 e si laurea nel 2013 in Storia dell’arte contemporanea, presso l’Università “La Sapienza”.
Dal 2009 inizia la sua attività come pittrice e artista, esponendo in personali e collettive in gallerie di Roma e in altre città italiane, vincendo diversi premi e concorsi. In parallelo inizia la sua attività anche come street artist, realizzando opere murali in diverse città e borghi italiani e all’estero, vincendo premi e riconoscimenti.
“Le immagini che utilizziamo cercano di riconciliarci con la vita naturale, per ricordarci che siamo parte di un ecosistema interdipendente. Ci piace vivere a stretto contatto con la natura, dove la convivenza con animali e piante è più latente, in un’interazione più rispettosa. E questo ispira gran parte della nostra pittura.”



ALESSIO-B
È nato a Padova, dove vive e lavora, nel 1971.
Inizia a dipingere come autodidatta eseguendo lavori ad olio su tela, utilizzando anche la spatola, e si specializza nella esecuzione di ritratti.
Si iscrive alla Facoltà di Architettura a Venezia, dove studia i classici e i contemporanei. Nello stesso periodo frequenta Emilio Vedova, che lo incoraggia a sperimentare nuove tecniche esecutive; affascinato dalla Pop – Art e dai decollagisti, nonché dall’Arte americana, realizza un ciclo di opere che espone in diverse Gallerie private e Fiere dell’Arte riscuotendo un immediato successo.
Innamorato della Street Art, non perde occasione per impreziosire con le sue immagini – bambini che si tengono per mano, che disegnano un cuore sul muro, che guardano sognanti il cielo stellato, la Monnalisa in smoking con le mani in tasca che sorride ironicamente – e le sue frasi caratteristiche – FOLLOW YOUR HEART, ART IS NOT A CRIME , IKONA– i muri delle Città di mezzo Mondo.
Negli anni l’artista sperimenta varie tecniche esecutive, dalle tele dipinte con colori spray utilizzando stencil per la creazione delle immagini in negativo fino alla realizzazione di immagini su tavole precedentemente intonacate, quasi a voler ricreare le superfici dei muri sulle quali è solito lasciare le sue opere come omaggio alle città dove vive o si reca in vacanza. Alcuni dipinti su carta e sculture in vari materiali sono, invece, ricoperte di immagini tratte da giornali o manifesti pubblicitari e poi “laccate” con un materiale che, solidificando, “fossilizza” l’opera quasi congelandola per poterla trasmettere ai posteri.
Tecniche affascinanti che non mancano di stimolare l’osservatore per le continue citazioni tratte dal contemporaneo e la capacità di cristallizzare l’immagine pubblicitaria o la notizia in un unicum pittorico che eleva al rango di opera d’arte anche il più ordinario articolo di cronaca.
Ha partecipato su invito alla 55.ma Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia 2013 e, unico artista italiano presente, alla manifestazione internazionale CUT IT OUT! organizzata da Urban Nation a Berlino nel gennaio 2015 .
Tra il 2016 e il 2017 i suoi lavori sono stati esposti a Londra, Miami, Parigi e Rennes. Nel mese di settembre 2017 è stato nuovamente invitato per due volte dalla Città di Berlino per partecipare con una performance al Festival Internazionale e per l’inaugurazione del Museo Urban Nation interamente dedicato alla Street Art, che ha acquisito una sua grande opera.
Nel giugno del 2018 la Città di Padova gli ha dedicato una Mostra Antologica con esposte oltre 150 opere presso la Galleria Civica Cavour.
Tra il 2018 ed il 2019 ha esposto in gallerie di Bruxelles, Venezia e Parigi, è stato ospite presso ART ELISEES – section: Urban Art della Paris Art Fair e ha realizzato importanti lavori murali per alcune scuole in provincia di Padova, Infocamere (Padova), Banca Mediolanum (Padova), DAB PUMPS (Mestrino) e un tributo a Augusto Daolio a Novellara (RE).
Ha partecipato alla prima edizione di Super Walls – Festival Biennale della Street Art di Abano Terme e Padova nel 2019.



ANNA CONDA
Nata in Russia, attualmente lavora e vive in Francia dal 2011.
Ha terminato gli studi nel 2019 presso la School of Plastic Arts and Art Science presso l’Università Paris 1 La Sorbonne.
Tra i suoi primi lavori ci sono sculture e installazioni con tecniche e materiali misti. La sua ricerca artistica si è poi orientata verso la street art e la pittura murale. Dal 2017 viaggia e realizza murales in diversi angoli del mondo: Perù, Portogallo, Francia, Russia.
Le sue creazioni e il suo universo sono ispirati ai simboli ed elementi di diverse culture e tradizioni, e dalle mie esperienze personali in diversi luoghi del mondo, dalle foreste siberiane alle giungle amazzoniche attraversando le montagne d’Europa.
Le sue opere hanno un forte accento multiculturale, dove chiunque può ritrovarsi e identificarsi in elementi che sottolineano la connessione con la natura, la saggezza degli indigeni dell’Amazzonia e la loro conoscenza del mondo vegetale e animale, la filosofia degli antichi greci. Motivi arcaici e simboli cosmopoliti, energie cosmiche, i loro enigmi e misteri sono mescolati al fine di spronare chi osserva le sue opere ad aprirsi all’arte, a sognare e a fare collegamenti con elementi diversi.



ANY
Any, acronimo di About New York è un artista affacciatosi solo recentemente alla street art. Nel suo nome è sotteso l’amore folgorante per la Grande Mela che permea tutte le sue opere, ma anche la volontà di essere “uno qualsiasi”, confuso tra la folla di New York. Il suo volto sono i simboli della grande città. Il suo obiettivo, condividerne la passione.
Diplomatosi all’istituto d’arte Pietro Selvatico, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti e la facoltà di Architettura a Venezia.
Di recente, complici anche i continui viaggi a New York, è tornato alla pittura, ripartendo da dove aveva lasciato, ovvero la tecnica del carboncino arricchita, questa volta, da incursioni di colore. Proprio vagabondando per Bushwick, quartiere di Brooklyn divenuto una galleria d’arte a cielo aperto per gli street artist, è stato affascinato dalle opere dei grandi, e in particolare di Kobra. Da qui la decisione di “streetartizzare” i suoi lavori utilizzando la tecnica dello stencil.
Molte opere prendono ispirazione dalle sue stesse foto. Sguardi ampi che abbracciano una città e i suoi simboli prima di essere catturati da un dettaglio e concentrarsi improvvisamente sulle persone e le loro esistenze, raccontate da un momento, un’emozione. Ma è nelle riflessioni fuggevoli e personali che lo sguardo torna a spalancarsi di nuovo, restituendogli una visione più vasta che ora si posa sui temi sociali e civili che fanno di New York lo specchio scintillante del mondo civile.



AXE
Origini bolognesi, nasce nel 1974. Vive e lavora a Padova.
Diplomato in grafica pubblicitaria, muove i primi passi sulla scena artistica negli anni ’90 tra Writing, Aerosol-art e la frequentazione dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nello stesso periodo entra a far parte della crew EAD e partecipa a varie edizioni di eventi pittorici nazionali e internazionali.
Il suo stile pittorico si è evoluto in anni di studio della tecnica di pittura a spray o Aerosol-Art. Oggi dipinge su differenti supporti e formati, dalle tele di piccole dimensioni a pareti di edifici residenziali e industriali. Predilige il genere figurativo con anatomie umane, specialmente femminili, giocando tra colori anche irreali su di uno sfondo che affiora mangiando parti di immagine.
Nel 2008 è uno dei soci fondatori di Ologram, associazione padovana che promuove l’arte e la cultura nel territorio. Nel 2011 partecipa a Urbanizeme Exhibition in Galleria Civica Cavour a Padova.
Nel 2012 è tra i fondatori di Jeos, Fondazione artistica no profit nata a Vicenza in memoria di Giacomo Ceccagno in arte Jeos, che svolge attività di ricerca, promozione di iniziative e studi che affrontino i temi dell’arte contemporanea.
Nel 2014, insieme ad altri 5 artisti (Joys, Made514, Yama, Orion e Roulè) dà vita all’evento AHEAD Project, dipingendo opere di grandi dimensioni che mirano alla riqualificazione ambientale di alcune zone della città di Padova tramite il muralismo.
Nel 2017 è chiamato dal Comune di Limena per realizzare due opere pittoriche di grandi dimensioni in onore dell’anniversario della morte di Falcone e Borsellino.
Ha partecipato alla prima edizione di Super Walls – Festival Biennale della Street Art di Abano Terme e Padova nel 2019.
Dall’esperienza maturata nell’arte urbana ha elaborato un lettering grafico in stile 3D, in cui le lettere sono formate metaforicamente da nastri che, come linee di inchiostro tracciate a pennino, si staccano dallo sfondo contorcendosi in una danza armonica di linee arcuate e colori.
Queste esperienze lo hanno portato a creare immagini composite, sia dipinte sia modellate in argilla, che confluiscono in progetti come l’attuale Talking Letters, “Lettere Parlanti”, che rappresenta un punto di incontro tra lettera scritta, immagine e concetto interiore di lettera.



BOLO
Nasce nel 1978 a Ferrara, città dove vive e lavora. È membro del collettivo artistico Vida Krei (VKB).
Da sempre appassionato di disegno, dopo alcuni anni di stop totale a causa degli studi universitari in Ingegneria Elettronica e al lavoro come 3d graphic designer, nel 2008 inizio a dipingere. Nel 2010 arrivano i primi premi e le mostre personali e collettive.
Da sempre incline ad annoiarsi, sente la continua necessità di far evolvere il suo linguaggio ed esplorare nuovi temi. È così che, dopo aver creato il suo alter-ego “Sfiggy” ed essersi raccontato per suo tramite, l’artista è arrivato ai progetti [R]EVOLVE[R] e “Un mare di plastica”, passando attraverso le serie “Fuori Orientamento” e “Di treni, scambi e passaggi a livello”, nelle quali forse stavo metabolizzando i cambiamenti per trovare una nuova strada.
Curioso per natura e sempre aperto al confronto ed alla contaminazione di culture e stili, questo approccio si riflette sia sulle opere “da galleria” che sui lavori murali che ha realizzo in tutta Italia e all’estero.
Ad oggi l’artista è rappresentato da diverse galleria in Italia, USA e Portogallo, partecipa a Festival ed eventi legati alla Street-Art ma continua a pensare che “uscire con un secchio pieno di vernice e qualche spray e farsi una giornata in giro con gli amici a disegnare su di un muro è la cosa più bella del mondo”.



BOOGIE EAD
Nasce a Padova nel 1971.
Comincia a dipingere con gli spray nel 1989, anche se già dai primi anni ’80 comincia a interessarsi alla cultura hip hop newyorkese, affascinato dai video musicali e dalle riviste che mostravano l’arte dei graffiti.
Negli anni ’90 entra nell’FCE di Bologna, decidendo poi di creare la Crew Padovana “EAD” (Esquela Antigua Disciples) con amici che condividevano la sua stessa passione per questa cultura.
Negli anni il suo stile ha avuto più evoluzioni (wild style, simple style, blockbuster, figurativo, puppet e character), sperimentando l’utilizzo del colore in diversi modi, dalle campiture piatte alle sfumature intersecate da giochi decorativi con altri colori, creando effetti 3D o elementi grafici decorativi all’interno delle lettere, rendendole sempre riconoscibili e protagoniste.
Lo studio della dimensione reale nello spazio porta Boogie a cimentarsi con la scenografia, con cui si confronta lavorando per importanti brand di moda e locali di tendenza, in Italia e all’estero.
Nel 1998 riceve il premio alla creatività presso lo Smau di Milano da Canon. Nel 2000 crea le scenografie per il tour dei concerti dei Casino Royale.
Come “street art performer” partecipa alla mostra collettiva organizzata in occasione del lancio del Forum Europeo per il diritto allo studio universitario con il commento di Philippe Daverio.
Partecipa a numerose mostre, tra cui la collettiva dedicata alla cultura della Street Art Urbanizeme Exhibition (Padova, 2011), la cui sezione Storica documenta per la prima volta in maniera sistematica l’importanza di Padova, a fianco di Bologna e Milano, nella scena della street e dell’urban art italiana.
Dal 2012 al 2015 é protagonista di altre mostre in cui si esibisce in live painting/performance con alcuni writers dell’Associazione Jeos. Contemporaneamente, continua a produrre in collettivo pezzi di street art in occasioni di rassegne artistiche specializzate e a confrontarsi con progetti di riqualificazione urbana di aree dismesse o sottoutilizzate del territorio pubblico e privato attraverso l’arte su commissione di enti privati.
Ha partecipato alla prima edizione di Super Walls – Festival Biennale della Street Art di Abano Terme e Padova nel 2019.
Attualmente la sua ricerca è rivolta alla sperimentazione di forme d’arte che portino il suo background di writer a confrontarsi con un linguaggio estetico più ampio, rivolto a un pubblico trasversale, in cui far rivivere la mutevolezza e la necessità del continuo che l’artista stesso prova.



GABRIELE BONATO
È nato a Palmanova (UD) nel 1980. Vive e lavora a Trieste.
Artista autodidatta, pittore, scultore, performer e scenografo, ha vissuto a lungo in Spagna.
Inizia a dipingere molto giovane e ha i primi contatti con il mondo dei graffiti nel 1992, quando comincia a farsi conoscere disegnando sui treni con la tag Divie. Affina la tecnica grazie all’amicizia con Eron – che considera un maestro -, incontrato nel 1996. Attorno al 2000 dalla street art la ricerca di Bonato si evolve verso la pittura.
Nel 2006 vince il concorso ManinFesto del Centro d’arte contemporanea di Villa Manin, con l’opera Lapis. Nel 2008 è tra i sette vincitori del premio Terna 01, e nel 2009 si qualifica tra i finalisti della seconda edizione. Grazie a questo riconoscimento ha esposto al Chelsea Art Museum di New York.
Nell’aprile del 2010 alcune sue opere sono state esposte al Museo d’arte moderna Ugo Carà di Muggia nella mostra collettiva “Unatural _nature”.
La sua ricerca pittorica è strettamente connessa a un’inarrestabile riflessione sul senso della vita umana. Tra i progetti più significativi sviluppati negli ultimi anni emerge “L’ombra delle idee”, presentato a Milano nel 2013, che si declina in un considerevole numero di lavori di piccola dimensione, tra loro mescolati, che formano il corpus pittorico della cruda narrativa dell’artista. L’obiettivo è quello di di avvicinare lo spettatore all’opera, che nella sua essenzialità è una sorta di diario di appunti di viaggio, dove risiedono sogno, sofferenza, menzogna e speranza. Il risultato è una nube di sequenze, di visioni immaginifiche e di rappresentazioni dirompenti dalla lettura crudele che mettono sotto la lente d’ingrandimento l’Uomo: un Uomo domestico e urbano, intollerante e intollerabile.
All’interno di un poliedrico percorso di ricerca artistica, Bonato sovente torna a confrontarsi anche con la street art, che interpreta in chiave figurativa mettendo la sua conoscenza sull’uso del colore e delle prospettive in opere apprezzate a livello internazionale, come il murales “Terravecchia: l’uomo, il suono, la natura”, realizzato a Frasso Telesino (BN) nel 2016 in collaborazione con altri artisti.
Ha partecipato alla prima edizione di Super Walls – Festival Biennale della Street Art di Abano Terme e Padova nel 2019.
Ha partecipato alle fiere d’arte di Bologna, Verona, Torino (Artissima), Karlsruhe arte moderna e contemporanea, Pulse a Miami. Una sua tela compare nel film premio oscar “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private.



CAPOBIANCO
Capo Bianco, artista romana classe 92.
Nasce come graphic designer e inizia a lavorare a Londra insieme al direttore artistico e fotografo Michel Haddi per L’uomo Vogue, Spashion Magazine, Fuze e RedBull Magazine.
Apre pochi anni dopo il suo primo studio di direzione artistica per ristoranti e clubs. Contemporaneamente inizia ad aprirsi all’illustrazione e decide di trasferirsi a Berlino nel 2017 per con- centrarsi solo su questa. Espone diversi lavori per piccoli collettivi underground e torna a Roma per occuparsi del restyling completo del Goa Club.
Il lavoro al Goa le da la possibilità di essere pubblicata su numerose riviste e iniziare così a partecipare in diversi festival di street art come “Pinta Malasana” a Madrid (Spagna), “IBUG” in Chemnitz (Germania) e molti altri.
La logica alla base della costruzione stilistica dei lavori di Capo Bianco, ruota intorno alla fusione dei livelli che esistono in un determinato scenario che viene scelto, come spiaccicati l’uno sull’altro in un foglio, che si rimescolano fra loro in movimento dinamico.
L’idea nasce dall’intenzione di far fluire dei soggetti fra loro insieme al singolare stato emotivo.
L’anello di congiunzione fra i soggetti è nei loro sguardi. L’occhio è l’elemento predominante capace di raccontare le connessioni che intercorrono tra di loro sempre e comunque.



DACO
Ha esordito con i primi graffiti negli anni ’90 realizzando scritte classiche, flop e tag, nei lotti liberi, sui treni, sui muri.
Nel corso degli anni il suo stile si è evoluto e molto rapidamente si è avvicinato al WildStyle.
Lo stile si caratterizza presto per il suo approccio destrutturato, orientato a creare un’identità visiva, uno stile grafico unico e riconoscibile.
L’artista si cimenta anche nelle illustrazioni, con la serie di animali “GRAFFAUNE”, contrazione di graffiti e fauna, con sguardi geometrici e colorati. Fortemente influenzato dal movimento costruttivista russo durante i suoi studi di Belle Arti, ha riversato questo tipo di stimoli nella serie “COSTRUZIONE”. Negli ultimi anni ha partecipato a molti progetti: murales, festival, riabilitazioni di Eco-quartieri, realizzazione di vetrine per ristoranti, negozi, quadri per privati e aziende, quadri nelle scuole, mediateca, quadri con vocazioni sociali in ospedali e case specializzate, partnership con marchi di abbigliamento, aste, eventi e workshop.



DAVID KARSENTY
David Karsenty, classe 1972, originario della Normandia, nello specifico di Le Havre, artista autodidatta, approda nel mondo dell’arte dopo aver studiato psicologia; affascinato dalla street art e dai graffiti, partendo dalla strada già tracciata della Pop Art, lavora attorno al concetto di icona.



DOA OA
Doa Oa è un’artista galiziana (Spagna) laureata in Fotografia e Belle Arti, tra Spagna, Messico e Portogallo.
Dopo un primo periodo di sperimentazione con diverse tecniche espressive, scopre la possibilità di far parte del tutto, aiutando il regno verde a recuperare lo spazio perduto. Fu in quel momento che iniziò il suo progetto di riforestazione, finalizzato alla trasformazione dello spazio pubblico, alla rinascita degli spazi, attraverso interventi murali a tema vegetale.
La forza trainante di questa idea era e continua ad essere l’urgente necessità di riconoscere e rispettare il contesto naturale e l’intero ambiente vegetale e l’importanza di risvegliare nella nostra coscienza l’idea che siamo parte di un tutto.
Partecipa a numerosi festival d’arte e residenze in Spagna, Portogallo, Francia, Italia, Messico e Grecia.



EVYREIN
Gli studi non sono rilevanti per la sua formazione artistica, che invece prende spunto dalla vita vissuta tra urban artist. Si è formato molto come autodidatta e confrontandosi costantemente con artisti italiani. Fin da piccolo andava con amici di notte a fare “da palo” mentre loro facevano opere in giro per il Veneto. Da sempre la sua passione per i viaggi nel mondo, i graffiti e la street art hanno mosso in lui una forte sensibilità sul tutto il mondo “urban”.
Nel mondo ha sempre osservato non solo la street art ma tutta l’arte urbana che si innestava in luoghi di passaggio ma anche più degradati di città come New York, Berlino, Londra e un po’ tutta l’Europa.
Da sempre anziché fotografare monumenti e paesaggi la sua attenzione si orientava a tutto il mondo urban, dai ghetti delle varie città visitate a tutto ciò che non era “di prassi” vedere in una città.
È proprio durante il Lockdown del 2020 che decide di fare outing ed inizia a fare le sue prime opere a Padova mostrando la propria arte su superfici pubblicamente visibili. Trasforma una crisi, la perdita del suo lavoro a causa della pandemia, in un’opportunità per mettere a frutto gli anni di conoscenza e di passione per la street art.
Evyrein ha vissuto a Londra tra il 2003 e il 2004. In quel perido Banksy fece a Londra due opere che accostarono l’artista a questa forma d’arte, incuriosendolo e cercando di capirne la tecnica.
Quello fu l’inizio di tutto. L’inizio di un percorso artistico e personale



JDL
JDL Street art aka Judith de Leeuw ha iniziato con le bombolette aerosol all’età di 15 anni come ribelle per strada. L’artista pluripremiata è nato e cresciuta ad Amsterdam, Paesi Bassi. Nel 2015 si è laureata in Arte e Design, seguita da un anno di specializzazione presso l’Accademia Willem de Kooning nel 2016.
Attualmente JDL viaggia in tutto il mondo come artista internazionale per realizzare i suoi murales su larga scala.
JDL usa la sua arte per tradurre le emozioni, ma i concetti sono profondamente incentrati sul suo ambiente e sui problemi sociali. Questo è anche un motivo del grande amore di JDL per lo spazio pubblico.
I suoi progetti l’hanno portata in giro per il mondo, dall’Europa all’Asia fino agli Stati Uniti.



JOYS
È nato a Padova, dove vive, nel 1974.
Joys inizia la sua carriera artistica negli anni Novanta. Come molti coetanei, senza avere una particolare formazione accademica, si avvicina all’arte tramite i graffiti, scrivendo il suo nome sul muro. Focalizza quindi la sua attività sul lettering, arricchendo i suoi lavori di spessore e matericità.
La sua ricerca va oltre le due dimensioni e acquista nel tempo una plasticità che si appropria del territorio e della fruizione di un pubblico involontario e inconsapevole.
In bilico tra underground ed istituzionale, le opere di Joys sono state riconosciute dagli addetti ai lavori del sistema dell’arte come inedite e personalissime, grazie anche al suo maniacale studio del lettering: forme che nel tempo si sono stratificate e si sono arricchite di livelli e di linee con cui l’artista ha costruito labirinti impossibili, dove nulla è lasciato al caso e le forme ubbidiscono sempre a precise regole logiche e geometriche.
Da anni Joys ha esteso il suo linguaggio anche alla scultura, utilizzando materiali diversi, ma mantenendo sempre uno stile unico, quello stesso stile che da più di 20 anni lo rende inconfondibile sui muri di tutto il mondo: oltre che in Italia, ha lavorato molto negli Stati Uniti, in Cina, a Taiwan, in Russia, in Australia e in molti altri paesi.
Ha partecipato alla prima edizione di Super Walls – Festival Biennale della Street Art di Abano Terme e Padova nel 2019.



JULIA BENZ
Julia Benz ha studiato pittura alla Kunstakademie di Düsseldorf e all’Universität der Künste Berlino, e si è laureato in pittura. Vive e lavora a Berlino e Heidelberg.
Lo stile artistico distintivo di Julia Benz incarna la pittura di una nuova generazione. L’artista risolutamente resiste alla fredda distanza e razionalità delle direzioni artistiche che si basano su contesti teorici o rigorosi formalismi. La sua richiesta di una nuova ed espressiva libertà nella pittura è sorprendente nella sua immediatezza.
Lavorando principalmente in grandi formati, Julia Benz riesce a impregnare i mondi eccitanti e complessi in cui si trova con grande dinamismo. Il suo modo sicuro di combinare i colori e di dissolvere le forme concrete in immagini astratte gioca un ruolo importante. Per l’artista i colori sono emozioni, che la scioccano e contemporaneamente l’affascinano, sfidandola a mediare tra il predominio dei colori e la sensualità intrinseca della pittura. Questa ambivalenza ispira il suo processo di lavoro, sovrapponendo strati e superfici che continuano, completano o dissolvono completamente.



LA CRÉMERIE
Gloar
Attivo per diversi anni nella realizzazione di graffiti nella regione parigina con l’amico Fortunes, Gloar oggi vive a Rennes e opera nella crew La Crémerie con Mya, Fortunes e Hayku.
Fortunes
Originario della regione francese di Parigi, ha vissuto a Montreal per due anni ed è tornato a Rennes nel 2014.
Proveniente dal mondo dei graffiti, produce affreschi per pareti e tele su quasi tutti i formati e supporti. Specializzato in set e personaggi, Fortunes cerca di spingersi sempre più nella tecnica e nella composizione per raggiungere sempre nuove vette di sperimentazione.
Mya
Un maestro d’arte e tecnologia digitale. La strada diventa presto il campo di gioco in cui svilupperà il suo stile, caratterizzato da grande spontaneità.
Grazie alla qualità del lavoro svolto con La Crémerie, Mya e il resto della crew sono tra i fondatori di Asarue, una seconda associazione che riunisce questa volta diverse dozzine di artisti, con l’obiettivo di promuovere l’arte urbana in accordo con il città di Rennes. È autore di opere realizzate con molteplici tecniche, tra cui dipinti, sculture e installazioni.
Hayku
Primi passi mossi da autodidatta, Hayku ha scoperto i graffiti sui banchi di scuola. Attratto dalla ricchezza di questa forma d’arte e dal suo impatto visivo, decide presto di dedicarsi interamente all’arte e lascia il suo lavoro per unirsi alla crew de La Crémerie.
Hanno partecipato alla prima edizione di Super Walls – Festival Biennale della Street Art di Abano Terme e Padova nel 2019.



MEDIANERAS
Vanesa Galdeano (architetto) e Analí Chanquía (Laureata in Belle Arti) creano arte nello spazio pubblico da più di 14 anni.
Riuniti da preoccupazioni condivise per lo spazio urbano e l’arte pubblica, hanno iniziato a produrre lavori insieme 8 anni fa.
Hanno creato un progetto unificante chiamato MEDIANERAS per espandere e collegare la loro produzione.
Credono che l’arte pubblica non si limiti ad abbellire le città, ma offra uno spazio condiviso che unisce individui e comunità. Attraverso l’arte pubblica, vogliono alterare il paesaggio urbano e cambiare il modo in cui tipicamente percepiamo gli spazi. Fondamentale per questo è la necessità di muoversi, visitare città e svolgere il proprio lavoro in contesti urbani di tutto il mondo. Finora, hanno creato arte pubblica insieme in Brasile (Rio de Janeiro, Fortaleza, Florianópolis), Argentina (Buenos Aires, Rosario, San Juan), Bolivia (La Paz), Messico (Hollbox, Bacalar), Regno Unito (Londra), Germania (Wiesbaden, Chemnitz), Austria, (Vienna), Portogallo (Lisbona, Covilhã, Cascais), Spagna (Barcellona, Madrid, Salamanca, Fanzara, La Bañeza, Valencia), Thailandia (Bangkok), Australia (Melbourne, Brisbane), Uruguay (Mercedes), Belgio (Geel) e Canada (Vancouver)



MRFIJODOR
Mrfijodor è lo pseudonimo di Fijodor Benzo. Ha provato per anni ad avere una tag come tutti i writers, ma alla fine si è accontentato del suo nome di battesimo. Bambino dalla spiccata vena creativa, ha cominciato realizzando mostri con i mattoncini LEGO e disegnando sui muri della propria cameretta.
Negli ultimi anni la sua produzione è stata molto varia, passando dalle installazioni ai murales tematici, ma anche performance e graffiti, di cui si occupa dal ’94. Realizza opere i cui soggetti sono solitamente forme elementari che trasportano messaggi diretti e ironicamente responsabili; alla base una chiave di lettura semplice, per poter sempre dialogare con il fruitore. Molto spesso, i suoi lavori sono contrassegnati da una critica sociale o ecologica, usando come arma un sorriso infantilmente stupito e uno stile spontaneo e diretto, libero da elementi tecnici complessi.



NERONE
Nel 2007 dà vita al collettivo Le Coktail, con il quale prende parte a numerosi progetti che includono Street Art, graffiti, grafica, pittura, scenografia e decorazione. Il lavoro di Nerone è molto ispirato dall’energia e dall’atmosfera vivace della strada; dopo Bordeaux e Parigi, ora vive e lavora a Londra.
La vivacità della città e la sua folle vita notturna, con l’infinito labirinto di luci al neon e club musicali ispirano molti dei suoi dipinti. Il suo lavoro più organico rappresenta fiori colorati unici mescolati con l’illuminazione surreale dei tubi fluorescenti.
Essendo consapevole delle varie sfide ecologiche e dei problemi economici del mondo di oggi, Nerone insiste costantemente nel diffondere un messaggio positivo attraverso la sua arte.



NINA VALKHOFF
È una street artist olandese che si concentra sul mostrare la bellezza della natura, decorare lo spazio pubblico e rendere le persone orgogliose di dove vivono. Le piace mettere in risalto animali meno conosciuti o quasi estinti, educare il passante e sensibilizzare le persone sulla loro esistenza. Il suo stile di pittura è realistico con alcuni accenni di magia. Ha dipinto murales su larga scala in tutto il mondo nei Paesi Bassi, Irlanda, Messico, Argentina, Portogallo e Svezia.



NURIATOLL
È nata a Igualada (Barcellona) nel 1988. Grafica instancabile, si è sempre interessata all’arte e a tutto ciò che la circonda.
Nel 2014 ha abbandonato i quaderni di illustrazioni e ha iniziato con formati e spray più grandi. È una nuova tecnica che le ha permesso di sperimentare con la geometria e il colore, senza dimenticare sensibilità e innocenza. Attualmente si occupa di muralismo e arte di strada, combinando l’illustrazione con la tipografia e il lettering.
Ha partecipato a festival come PintaMalasaña (Madrid), Us Barcelona, Arte Urbana (Logroño), Muros Tabacalera (Madrid) e ho collaborato con marchi come Adidas, Primavera Sound, Johnnie Walker, Seat, Mahou, Metro de Madrid.



ORION
È nato a Padova, dove vive, nel 1975.
Fin dai primi anni ’90 l’ interesse principale di Orion è lo studio della composizione morfologica della lettera alfabetica. La sua ricerca lo ha portato nel corso degli anni a sviluppare uno stile originale che si basa sul taglio di piani, pieni e vuoti, che conferiscono alla struttura movimento e profondità. Inizialmente i suoi lavori avevano forme semplici e morbide facilmente leggibili, suscitando per questo l’interesse di un pubblico che spesso si trovava in difficoltà a tradurre il linguaggio del writing.
In seguito, grazie all’esperienza maturata con la partecipazione a diversi festival di graffiti in Italia, Europa ed America Latina, inizia a ricavare il proprio lettering incastrando stick geometrici e creando forme che riportano all’architettura, più che alla leggibilità del proprio nome. Un unico piano, il muro, infinite dimensioni, colori che si mescolano ma mai a caso, i chiari che escono, esplodono dal muro venendo verso di noi, il tenue degli stick che si staccano ed escono dalla parete, gli scuri che la bucano entrando creano prospettiva, profondità senza fine.
Tra i festival ai quali ha partecipato si ricordano in particolare i Meeting of Styles di Zagabria, Zurigo, Wiesbaden e Porto Alegre, Caminho de graffiti a Rio de Janeiro e tra le opere, frutto delle innumerevoli collaborazioni con enti pubblici, si possono ammirare ancora oggi la parete realizzata sul cavalcavia Borgomagno e quella del centro sportivo Brentelle a Padova, la facciata della Stazione dei treni di Bolzano Sud ed i piloni della Sopraelevata di Genova. Si ricordano inoltre le due pareti realizzate all’interno dell’hotel NYX di Milano. Orion ha partecipato anche a diverse esposizioni, si ricorda in particolare Urbanizeme 2011 alla Galleria Civica Cavour di Padova, quella al Politecnico di Milano nel 2016 e Lettere al Museo di Villa Croce a Genova nel 2017.
Ha partecipato alla prima edizione di Super Walls – Festival Biennale della Street Art di Abano Terme e Padova nel 2019.



PAOLO PSIKO
È nato a Torino nel 1982. Dal 2008 vive e lavora a Ferrara, Italia.
Ha partecipato alla prima edizione di Super Walls – Festival Biennale della Street Art di Abano Terme e Padova nel 2019.
Artista autodidatta, specializzato in dipinti e opere murali, negli ultimi anni ha affinato la tecnica con particolare interesse per la pixel art, la glitch art e l’idea artistica di “scissione” delle immagini.
Fa parte del collettivo artistico Vida Krei (VKB) e dell’ sco crew.



PEETA
Nato in provincia di Venezia, vive a Padova. Peeta si fa conoscere dal principio degli anni ’90 nella scena italiana del writing, sotto lo pseudonimo di Peeta. Fa parte dell’EAD crew di Padova, dell’FX crew e dell’RWK crew, entrambe di New York.
Nato e cresciuto come graffiti writer, è oggi un artista multidisciplinare attivo nell’ambito della pittura, della scultura e del muralismo. Le sue opere lo hanno spinto, negli anni, ben oltre i confini italiani e la sua arte, attraverso festival e mostre di risonanza mondiale, è ormai approdata in tutti i continenti.
L’obiettivo delle sue composizioni (pittoriche, scultoree e murali) è l’interazione geometrica delle forme con l’ambiente circostante. Il suo fine nel dipingere su parete, in particolare, è sempre stato quello di dialogare con il contesto confinante, architettonico o meno, secondo i parametri strutturali e culturali che lo caratterizzano.
All’inizio della sua carriera, i suoi lavori cercavano semplicemente di esprimere le qualità plastiche delle singole lettere che compongono il suo pseudonimo Peeta. Successivamente, questa fusione tra lettering puro e stile tridimensionale si è evoluta fino a creare un equilibrio compositivo visualmente ritmato.
Ad oggi, tramite la pittura anamorfica che ridisegna illusoriamente i volumi delle superfici coinvolte, l’intento delle sue opere è quello di determinare una temporanea sospensione della normalità suscitando la percezione alterata di contesti familiari e dunque una nuova concezione degli spazi e della realtà tutta. Metaforicamente, il tentativo è quello di neutralizzare i preconcetti e sollecitare la nascita di nuovi punti di vista. L’anamorfismo incarna nel modo più assoluto l’intento, da sempre presente nelle sue produzioni, di svelare l’ingannevolezza della percezione umana, attraverso giochi ottici che, partendo dal tentativo di dare una parvenza tridimensionale ad una rappresentazione pittorica, finiscono per voler svelare la loro capacità di ingannare.
Ha partecipato alla prima edizione di Super Walls – Festival Biennale della Street Art di Abano Terme e Padova nel 2019.



RA.MEN
Pamela Randon ed Elena Meneghetti si incontrano giovanissime tra i banchi di un istituto d’arte per poi proseguire la formazione Accademica in città differenti. Al termine degli studi Pamela diventa assistente di un importante scultore italiano, ed Elena, mamma di tre bambini, si dedica all’illustrazione e alla didattica dell’arte.
Nel 2012 vincono un concorso al quale partecipano insieme, quasi per gioco. In quei giorni, mentre la loro prima opera prende forma sulla parete di una scuola dell’infanzia, nasce RA.MEN.
Dalla tradizionale zuppa giapponese non prendono solo il nome ma anche l’essenza: Ramen è insieme semplice e genuino, ma ricco di sapore; è un’amalgama di ingredienti diversi sapientemente bilanciati; un piatto fortemente legato al territorio. Così la poetica di RA.MEN si presenta semplice, di impatto immediato, fatta di colori armoniosi e linee essenziali ma allo stesso tempo ricca di suggestioni. Le forme pulite, la composizione sintetica, il tratto dinamico e vigoroso, l’uso delle velature accompagnate ad un colore pieno e vibrante sono gli ingredienti delle loro opere.
La valorizzazione del territorio, soprattutto da un punto di vista naturalistico, la ricerca delle sue peculiarità, il racconto di tradizioni e storie dimenticate, sono tratti distintivi di opere che si inseriscono con naturalezza nell’ambiente circostante. In questo scambio tra superficie, ambiente naturale e contesto urbano, il muro non è più la rappresentazione figurata di un ostacolo o di un limite, ma diventa parte di un mondo prezioso e cassa di risonanza per colori ed armonie nuove.



ROULÈ
Nasce a Padova, dove vive.
Roulè inizia a fare i primi esperimenti di writing nel 1989, ad appena tredici anni.
Negli anni l’approccio per l’arte di strada si focalizza principalmente nella ricerca del lettering e del figurativo-graffiti writer, affinando tecnica e senso estetico.
La sua ricerca creativa si sviluppa e spazia attraverso varie espressioni visuali, dai graffiti sui muri alla pittura, dall’ illustrazione fino alla fotografia.
In particolare, la fotografia diventa un suo mezzo espressivo e di ricerca personalissimo, con lo sviluppo di giochi ottici e di visioni oniriche legate alla street art. Comune denominatore di queste rappresentazioni è la creazione della propria visione con miniset e minisculture appositamente pensati e costruiti, per gestire visivamente con le proporzioni tra gli elementi che rappresentano scene di arte urbana: si tratta di lavori minuziosi, particolari, vere foto artistiche d’ autore.
Le sue pitture “liquide” sono espressioni ironiche di oggetti quotidiani, come furgoncini e vecchie auto, con un sapore ironico e poetico. Mescola fra di loro varie tecniche, dal pastello grasso, all’olio, fino ai pigmenti puri.
Ama inoltre sperimentare e concretizzare le sue idee visionarie attraverso la fotografia: i suoi progetti sono delle vere e proprie storie raccontate in varie forme espressive, integrando scultura e disegno nella fotografia: il risultato finale sono opere toccanti e originalissime.
Ha partecipato alla prima edizione di Super Walls – Festival Biennale della Street Art di Abano Terme e Padova nel 2019.



SHIFE
Shife V.H.Ro nasce a Padova nel 1981.Dal 1997 si interessa attivamente di fenomeni di arte pubblica quali il Graffitismo e la Streetart ha una formazione Autodidatta in quanto da prima si diploma come Perito del Trasporto e della Navigazione Aerea presso l’Istituto Tecnico Aeronautico di Padova , per poi iscriversi all’Accedemia di Belle Arti di Venezia; dove è allievo di Maurizio Martelli e (fondamentale per la sua formazione, l’assistente: ) Luca Bendini; nel 2005 consegue il Diploma di Maestro d’Arte in Pittura.( “Shife” appunto nasce nel 1997 come distorsione della parola inglese sheaf – covone di paglia—per la capigliatura che lo contraddistingue. Durante il periodo di formazione all’accademia di belle arti di Venezia adotta l’acronimo V.H.Ro per firmare i lavori di pittura –Successivamente lo StreetArtist ed il Pittore si “uniscono” in Shife V.H.Ro. )



SPOK
Nato e attualmente residente a Madrid, Spok Brillor è un artista che ha lavorato nel settore artistico per più di vent’anni. Ha realizzato più di trenta opere pubbliche che sono state esposte in oltre dieci paesi. Ottenuto il brevetto in Belle Arti alla fine del XX secolo, la sua curiosità artistica è emersa nei graffiti degli anni ’90.
Con il tempo e gli sforzi, Spok ha raggiunto il suo stile unico in poco meno di nove anni, dal 1994 al 2003, “bombardando” treni e muri mentre rappresentava il suo equipaggio locale di Madrid, TBC. Successivamente, lui ha iniziato a realizzare progetti privati, viaggiando anche in luoghi come il Messico, Buenos Aires, Hong Kong e Miami per dipingere murales per piacere.
Spok ha continuamente migliorato la qualità del suo lavoro, ha affilato sia i dipinti murali che i suoi lavori privati sperimentando forme e colori diversi e aspirando sempre a creare qualcosa di originale e nuovo. Grazie al suo stile e alla sua tecnica in continua evoluzione, è diventato un rinomato artista molto rispettato per la sua originalità e autenticità in vari campi come l’illustrazione, come a muralista e anche nel campo della pittura accademica. Spok crea incredibili personaggi immaginari di fantasia combinando i suoi progetti di lettering con riferimenti robotici e meccanici e non ripetendo mai il stesso lavoro due volte.
Spok è un artista intrigante pieno di curiosità, sempre alla ricerca di modi per espandere le sue conoscenze. Il suo il lavoro è noto per i suoi riferimenti all’umorismo nero e ai suoi contesti fantastici, che lo fanno risaltare da altri artisti di graffiti. Spok, con la sua tecnica iperrealistica e il suo utilizzo di formati grandiosi, riesce a stabilire un dialogo con i suoi spettatori e, quindi, non manca mai di catturare l’attenzione della gente.
Ha parlato in numerose gallerie d’arte e musei, partecipando a vari eventi artistici come la TATE Modern Wynwood Walls, il Museo Thyssen, Instituto Cervantes o Somerset House. Lui ha vinto molti premi come il Primer premio “Jóvenes Creadores” e il Premio especial del jurado “ARTAQ’s
Premi internazionali di arte urbana ”. Inoltre, Spok ha anche collaborato con marchi come Adidas e Absolut.



TONY GALLO
È nato a Padova, dove vive e lavora, nel 1975.
Il suo percorso artistico comincia come musicista. Si avvicina al mondo della pittura, passione sempre coltivata negli anni, nel 2008, quando si scioglie la band in cui suonava.
La sua formazione da autodidatta lo porta a consolidare visioni e sperimentazioni compositive senza seguire uno schema preciso, ma attestando la sua personalità attraverso un linguaggio vicino al mondo della street art.
Le sue opere, su muro e su tela, sono concepite a partire da una visione puramente emotiva che si traduce in uno stile multiforme in cui prendono vita personaggi antropomorfi, animali che si confondono con l’uomo, dove la natura si fa poesia.
L’uso di materiali come la bomboletta spray, segno tipico distintivo del mondo dei writer, il tratto veloce e il gesto nella composizione inscrivono Tony Gallo tra i nuovi artisti che si affacciano ad un percorso che porta l’impronta caratterizzante di un’arte emozionale: poesia, magia e sentimento si fondono con i colori e l’armonia di un universo creato dalla fantasia dell’autore. La sensibilità dei suoi personaggi, che guardano lo spettatore in maniera pacata e muta, è diventata simbolo univoco di una generazione silenziosa e attenta che vive di sogni e attese.
I nuovi mezzi di comunicazione globale, a partire dai social network, hanno permesso alle opere dell’artista di essere presto riconosciute ed apprezzate dalla comunità locale patavina, nell’ambiente street e nel mondo dell’arte, da dove poi sono arrivate le prime conferme.
Nel 2016 la città di Padova lo gratifica al Galileo Festival dell’Innovazione con il Premio Noi#Generazione Merito.
Nel corso degli anni diversi sono i muri delle città che sono stati “graffiati” dalla magia di Tony Gallo e sue opere si trovano in varie siti: in primis nella natia Padova, successivamente ad Imola, Treviso, Dolo, Bassano del Grappa e il suo linguaggio tradotto in tele si è impresso in svariate collettive e personali tra Padova, Rovigo, Vicenza, Treviso, Bassano del Grappa e Londra, dove ha travalicato il suo lessico verso un respiro sempre più internazionale, fino a raggiungere l’Olanda e la Svizzera.
Ha partecipato alla prima edizione di Super Walls – Festival Biennale della Street Art di Abano Terme e Padova nel 2019.



YAMA
Comincia a dipingere graffiti nella prima metà degli anni 90. Si focalizza sul lettering, studiando la tridimensionalità delle lettere e ricercando l’armonia e il continuo movimento delle forme.
Caratteristica principale del suo stile è un lettering tridimensionale e curvilineo, costituito da una forte componente dinamica che contribuisce a dare una sensazione di movimento ad ogni suo singolo pezzo.
Negli anni sviluppa anche altri linguaggi tridimensionali, che si evolvono in progetti di muralismo urbano, installazioni e sculture.
L’artista porta a termine progetti riconosciuti ampiamente dalla critica, collaborazioni con gallerie internazionali e partecipazioni ad eventi istituzionali.
Ha partecipato alla prima edizione di Super Walls – Festival Biennale della Street Art di Abano Terme e Padova nel 2019.


ZERO MENTALE
Diplomato presso l’Istituto d’Arte P. Selvatico di Padova, si è successivamente laureato in Architettura a Venezia.
Formatosi nella tecnica dell’areografia e nella ricerca di nuovi materiali è in continua evoluzione emozionale tra esperienza e pittura.
La passione per l’aerografia segna un importante apporto all’identità artistica di Zero Mentale. Un interesse che in breve tempo lo porta a un affinamento nella gestione e nella tecnica dei materiali.
Grazie al sapiente utilizzo di svariate vernici, le opere assumono una superficie patinata e traslucida, distinguendosi cosi per il forte impatto visivo, il valore stilistico e la precisione del tratto.
Il punto di partenza creativo è una formulazione di osservazione che si proietta nelle sue composizioni attraverso la creazione di un “impulso mentale” detto sinapsi che vede la genesi, partendo da una terminazione nervosa, di un complesso viaggio di un pensiero che si snoda tra forme e colori. Sinapsi significa “toccare” e “connettere”, due terminologie che consentono la comunicazione e la strutturazione di un concetto. Il lavoro dell’artista si basa sulla composizione pittorica di configurazioni che inscenano la nascita di una forma.
Zero Mentale fissa non tanto la formulazione di un “impulso mentale” quanto quella di un “impulso creativo”: dà voce ai pensieri in maniera surreale, si è davanti al predominio di un mondo creato solo da suggestioni, quello che arriva agli occhi dello spettatore sono le basi della creazione mentale così come immaginate dal suo autore.
L’artista Zero Mentale, figlio di un’arte contemporanea sempre più urban life, negli ultimi anni si è avvicinato al mondo della Street art, cimentandosi in opere murarie. Sui muri nascono cosi graffiti e messaggi per il cuore contemporaneo della vita metropolitana; l’uso di spray, vernici, aerografo, stencil fa si che il messaggio passi sulla pelle della città.
Vive e lavora a Padova.

