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INAIL – Via Nancy 2, Padova |
L’imponente murale realizzato da JDL sulla facciata della sede INAIL di Padova è un’opera che affronta con forza visiva e intensità simbolica il tema del superamento del limite, della rinascita interiore e della dignità umana nonostante la fragilità del corpo.
Due figure femminili dominano la superficie. Una – vestita di bianco, legata, con il corpo abbandonato e il capo reclinato all’indietro – appare sospesa in un gesto di vulnerabilità e al tempo stesso di elevazione spirituale. Un cerchio dorato alle sue spalle evoca un’aureola laica, un’apertura verso il trascendente. L’altra figura, dotata di ali d’angelo, la solleva con delicatezza, sostenendola in un gesto potente e compassionevole. Le ali non sono solo anatomiche: sono simbolo di libertà, sostegno e forza interiore.
Le corde alle caviglie, che legano entrambe le figure, richiamano la condizione di costrizione fisica – come quella della paralisi vissuta da Giuseppe, un assistito INAIL che ha allacciato una corrispondenza con JDL dopo aver apprezzato profondamente la prima opera dell’artista, eseguita su un’altra facciata dello stesso edificio durante Super Walls 2023. Tuttavia, quelle stesse corde sembrano sciogliersi nell’azione di sollevamento, suggerendo che anche dalla prigionia del corpo possa nascere una nuova possibilità di elevazione. Le pennellate di turchese che sgorgano dai legami accentuano l’idea che dalla ferita possa scaturire energia, trasformazione, speranza.
In questo contesto, le ali diventano simbolo visivo del ruolo dell’INAIL: un’istituzione che, come un angelo, aiuta a rialzarsi chi ha subito un trauma. Ma sono anche il riflesso di quella forza invisibile che consente di “volare dentro”, nonostante i limiti imposti dal corpo.
DANCING WITH THE EYES CLOSED:
L’opera si sviluppa in altezza e si impone allo sguardo con la sua bellezza imponente. Sullo sfondo dipinto in scala di grigi in cui spiccano due soli frammenti verde acqua e oro, danza sinuosa una ballerina con i capelli sciolti. Le braccia arcuate accompagnano i movimenti del busto e della testa in una piroetta. Come in una sequenza di diapositive, l’effetto che arriva allo spettatore è proprio quello del movimento che si sviluppa verso l’alto seguendo la verticalità della parete.
Il murale è ispirato a “F.”, una persona che JDL ha realmente incontrato mentre stava affrontando una grave crisi personale. Con lui l’artista racconta di aver trascorso uno dei momenti più felici della sua vita, mentre anch’essa era in crisi: «F. mi ha insegnato l’importanza di trovare la felicità anche nei momenti più difficili. Mi ha insegnato a “ballare a occhi chiusi”, a dimenticare tutte le cose negative della vita e a ricordare quelle positive. Forse lottate con l’immagine di voi stessi o avete un problema fisico. Ma ci sarà sempre un modo per godersi la vita a occhi chiusi. Quest’opera è un omaggio a lui e al suo stato d’animo. Non importa quanto si è perso nella vita, saremo sempre in grado di ballare con gli occhi chiusi. È qualcosa di molto importante da ricordare.»
Ballare bendati è quindi, metaforicamente, un atto di grande fiducia nei confronti di ciò che ci circonda, di chi ci sta attorno e, per estensione, della vita. Rispettare quest’indole fiduciosa e continuare a danzare nonostante le tempeste, le difficoltà, i momenti di smarrimento significa rispettare la parte più profonda dell’essere umano che cerca la felicità in tutti gli attimi, anche quelli più bui.