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LÉLÉ + OFET

OFET (all’anagrafe Nico Louis) muove i primi passi da autodidatta e scopre i graffiti sui banchi di scuole. Inizia presto a lasciare la sua impronta su spazi pubblici incontaminati e adatti ad attirare lo sguardo. Il susseguente incontro con altri writer gli permette di stabilire importanti connessioni e sviluppare la sua personale tecnica. Attratto dalla ricchezza di questa forma d’arte e dal suo impatto visivo, decide di dedicarsi interamente alla realizzazione di murales e lascia quindi il suo lavoro per unirsi alla crew de La Crémerie.Oggi divide il suo tempo tra creazione in studio e all’aperto, dipingendo in tutti i luoghi inaspettati che incontra.

LÉLÉ (all’anagrafe David Garanchet), si forma nelle arti applicate a Nantes. Dopo un lungo viaggio in Sud America, nel 2014 inizia a intervenire sui muri della sua città, aprendo un universo pittorico originale e riconoscibile. Il suo lavoro si arricchisce nel tempo grazie all’utilizzo di diverse tecniche e strumenti: pennello, bomboletta spray, inchiostro e persino dermografo. I suoi murales sono abitati da un immaginario unico, popolato da primati bipedi e figure ibride che mescolano ironia, critica sociale e suggestioni oniriche. È membro del collettivo francese La Crémerie, con cui condivide una visione artistica aperta e collettiva.

 

 

OPERA 2025

“Entre ciel et mer” | MONUMENTO AI CADUTI DI USTICA, MONTEGROTTO TERME (PD) | Su invito del Comune di Montegrotto Terme, Lélé e Ofet hanno realizzato un intervento pittorico sul monumento dedicato ai due cittadini del luogo vittime della strage di Ustica. La scultura, costituita dalla carlinga di un aereo che sembra emergere da una base in cemento, porta già in sé un forte valore simbolico. Gli artisti hanno scelto di amplificarlo con delicatezza e poesia. Quel “mare di cemento” è stato trasformato in una distesa visiva di cielo, un passaggio simbolico verso orizzonti più sereni e clementi. Toni di blu, nuvole, riflessi e accenni di stelle avvolgono la base del monumento, in un paesaggio grafico e onirico che ricolloca l’oggetto nello spazio della speranza e della memoria condivisa. L’intervento, realizzato sotto gli occhi di residenti e passanti, è stato accolto con entusiasmo e partecipazione. Un gesto semplice ma profondo, capace di unire arte e memoria in un linguaggio accessibile, rispettoso e universale.

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