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LÉLÉ + OFET

LÉLÉ (all’anagrafe David Garanchet), si forma nelle arti applicate a Nantes. Dopo un lungo viaggio in Sud America, nel 2014 inizia a intervenire sui muri della sua città, aprendo un universo pittorico originale e riconoscibile. Il suo lavoro si arricchisce nel tempo grazie all’utilizzo di diverse tecniche e strumenti: pennello, bomboletta spray, inchiostro e persino dermografo. I suoi murales sono abitati da un immaginario unico, popolato da primati bipedi e figure ibride che mescolano ironia, critica sociale e suggestioni oniriche. È membro del collettivo francese La Crémerie, con cui condivide una visione artistica aperta e collettiva.

OFET(all’anagrafe Nico Louis) muove i primi passi da autodidatta e scopre i graffiti sui banchi di scuole. Inizia presto a lasciare la sua impronta su spazi pubblici incontaminati e adatti ad attirare lo sguardo. Il susseguente incontro con altri writer gli permette di stabilire importanti connessioni e sviluppare la sua personale tecnica. Attratto dalla ricchezza di questa forma d’arte e dal suo impatto visivo, decide di dedicarsi interamente alla realizzazione di murales e lascia quindi il suo lavoro per unirsi alla crew de La Crémerie.Oggi divide il suo tempo tra creazione in studio e all’aperto, dipingendo in tutti i luoghi inaspettati che incontra.

 

OPERA 2025

“Les Cheminées – Sognare più in alto” CENTRALE TERMICA PALESTRA COMUNALE – VIA G. VERDI 34-36, LIMENA (PD) Un tempo simbolo di produzione, industria e materia, oggi le ciminiere si svuotano della loro funzione originaria per trasformarsi in ponti verticali verso l’altrove. Con il loro intervento sulla centrale termica della palestra comunale di Limena, Lélé e Ofet ci invitano a cambiare prospettiva: a fondere reale e immaginario, terra e cielo, fatica e sogno. Le geometrie blu che corrono lungo la torre evocano l’energia dell’aria e dell’acqua, elementi in movimento, instabili ma vitali. Il blu profondo, quasi cosmico, diventa sfondo per l’ascesa: non una fuga, ma una scelta di osservazione e ascolto. Un invito a rallentare lo sguardo, a salire per vedere meglio — o più in profondità. “Quando il reale è troppo reale”, ci ricordano gli artisti, sognare non è evadere, ma trasformare. Flâner, vagare, contemplare non sono perdite di tempo: sono atti rivoluzionari di presenza. Questo muro verticale diventa così sentiero immaginario, colonna di respiro, spazio dove perdersi… per poi ritrovarsi più in alto.

OPERE PRECEDENTI

ALBERO DELLA CONOSCENZA Lo schizzo di una tavola botanica per ispirare il rispetto per la natura e per gli altri esseri umani attraverso la conoscenza e la condivisione: quest’opera vuole essere una mappa per guidare gli studenti tra gli apprendimenti e gli obiettivi del loro percorso. Due alberi intrecciati segnano i punti di passaggio da una tappa all’altra e tutto il tragitto è disseminato di elementi che vogliono simboleggiare la quotidianità con cui i giovani si relazionano. Con una serie di richiami al mondo dei videogiochi e dei fumetti, attraverso il tratto schietto, l’artista attira l’attenzione su temi importanti come la sopravvivenza del pianeta.

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