Jace è un artista francese originario dell’Isola della Réunion, noto a livello internazionale per aver creato i “Gouzous”, iconici personaggi arancioni privi di volto, spesso accompagnati da una mucca, che popolano strade, muri e cartelloni pubblicitari sin dal 1992. Con il loro stile immediatamente riconoscibile e ironico, i “Gouzous” sono diventati una vera e propria firma urbana, portatrice di messaggi critici e poetici.
Specializzato nel détournement – l’arte del riutilizzo creativo di affissioni pubblicitarie – Jace ha sviluppato un linguaggio visivo che mescola umorismo, satira sociale e intervento urbano. Le sue opere sono state esposte a più riprese sia nella Réunion sia in numerose città del mondo a partire dal 1996, e raccolte in diverse pubblicazioni fotografiche autoprodotte che documentano il suo lavoro sul campo.
Nel corso della sua carriera, Jace ha lasciato il segno in oltre 30 paesi e territori, intervenendo negli spazi urbani di città come Parigi, Marsiglia, Montpellier, Le Havre, ma anche in luoghi lontani come Madagascar, Thailandia, Vietnam, Giappone, Brasile, Stati Uniti, India, Emirati Arabi Uniti, fino ad arrivare in Europa dell’Est, in Africa, in Sudamerica e oltre.
Il suo lavoro, apprezzato a livello internazionale, è stato oggetto di numerose pubblicazioni su riviste specializzate e di settore, confermandolo come una delle figure più originali e influenti della street art contemporanea.
“L’histoire d’une vie” |
INPS – Via Delù 3, Padova |
Con la sua inconfondibile cifra stilistica e i suoi iconici personaggi “Gouzous”, l’artista francese Jace trasforma la facciata dell’edificio INPS di Padova in un grande racconto visivo che attraversa, quadro dopo quadro, l’intero arco dell’esistenza umana.
L’opera è composta da sette riquadri sovrapposti, che scandiscono le tappe fondamentali di una vita: la nascita, l’amore, la crescita, la formazione, il lavoro, la pensione, la vecchiaia, fino al momento finale, immaginato come un volo lieve verso l’ignoto.
In alto, due figure alate aprono la narrazione con una scena sospesa e poetica, simbolo di un’origine misteriosa e luminosa. Si prosegue con la costruzione di una famiglia, l’educazione di un figlio, la celebrazione dell’amicizia e dei traguardi personali.
Il protagonista entra nel mondo del lavoro, affronta le responsabilità quotidiane e infine conquista il tempo della pensione, rappresentato come un ritorno alla leggerezza e alla condivisione. Nell’ultima scena, ormai anziano, vive circondato da affetto e cura, fino al congedo finale: un ritorno alle ali, al sogno, alla possibilità di una nuova forma di esistenza.
Con questo murale, Jace affronta per la prima volta un’opera a forte contenuto biografico e sequenziale, ispirandosi al contesto dell’edificio stesso – un luogo dedicato al lavoro, alla previdenza e all’assistenza – e rendendo omaggio, con la sua ironia delicata, alla dignità del vivere in ogni sua fase.
L’opera si collega profondamente al tema dell’edizione 2025 della Biennale, “Il Sogno”. Per Jace, il sogno non è evasione, ma visione: quella di una vita piena, costruita con amore, attraversata da cadute e conquiste, e conclusa con la speranza di un orizzonte nuovo.